1. Il versetto 35 del capitolo 11 del Vangelo di Giovanni è il più breve dei 31.102 versetti di cui è composta l’intera Bibbia, anche se la sua traduzione italiana aggiunge una parola in più alle tre del testo originale greco: “ἐδάκρυσεν ὁ Ἰησοῦς” e cioè “Gesù scoppiò in pianto”.

In questo brano di Vangelo così lungo, non può che farci bene sostare innanzitutto su queste poche parole e, a partire da esse, immaginarci la scena in cui Gesù non abbia saputo né voluto trattenere la tristezza e il pianto per la morte dell’amico Lazzaro: ci fa bene sapere che Gesù vive e condivide con noi la pienezza sua umanità, intessendo legami di amicizia vera e profonda e soffrendo come noi quando queste relazioni sembrano venire annullate dalla morte.

Signore Gesù, grazie per il tuo pianto: quando scegliamo di crescere nell’amicizia con te, sappiamo che questa realtà tu non l’hai vissuta per finta e che la offri anche a noi con la stessa passione che hai vissuto con Lazzaro; aiutaci a saper piangere e gioire come te, condividendo le fatiche e le gioie dei nostri fratelli e sorelle in umanità.

2.Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato”: ecco altre poche parole che vale la pena sottolineare tra le tante che abbiamo ascoltato.

Ci dicono la piena fiducia che Gesù metteva nel Padre suo (e nostro) che lo ha mandato nel mondo: questo suo sapersi affidare a lui sia nei momenti belli che in quelli faticosi, gli permetteva di stare anche di fronte alla realtà della morte con la certezza che questa non fosse la fine di tutto, ma la porta – certo stretta e tanto faticosa da attraversare – per entrare nella vita piena e nella gioia con Dio.

Signore Gesù, grazie per il tuo saperti affidare al Padre: insegna anche a noi a fidarci che Dio non ci vuole bene solo quando le cose vanno come vorremmo noi, ma anche quando stiamo attraversando il buio che ci fa più paura.           

                     Buon cammino di Quaresima! don Alberto