PAROLE e GESTI in contrasto tra loro, quelli di Gesù e quelli di tutti gli altri personaggi del Vangelo di oggi che si trovano a confrontarsi con l’uomo cieco:

– Gesù “vede” questo “uomo cieco dalla nascita”: si accorge di lui e gli parla, trattandolo come una persona di cui ne rispetta la piena dignità, nonostante la sua misera condizione di mendicante; tutti gli altri invece – a partire dai discepoli del maestro – discutono su di lui, sprecando parole e giudizi: per loro non è altro che un “caso” su cui sentenziare e da cui non lasciarsi coinvolgere.

A quale PAROLA vale la pena affidarsi? Quest’uomo non ha dubbi: si fida della Parola di Gesù, che lo tratta da figlio di Dio e da fratello in umanità e non certo delle altre chiacchiere che ha sentito su di lui.

– Gesù poi “sputa per terra, fa del fango con la saliva e lo spalma sugli occhi del cieco”: ripete su di lui il gesto “creativo” di Dio quando ha plasmato l’uomo dal fango della terra, aprendolo ad una vita nuova; le azioni di tutti gli altri, invece, tendono a dubitare, a giudicare, a condannare e ad escludere quest’ uomo dalla comunità.

A quale GESTO vale la pena affidarsi? Quest’uomo non ha dubbi: si fida del Gesto ri-creatore di Gesù che lo riempie della sua vita nuova e non certo delle azioni di tutti gli altri che tendono a metterlo da parte e a farlo sentire uno scarto della società.

Ai cresimandi della Diocesi riuniti a San Siro la scorsa domenica il vescovo Mario ha dato come primo consiglio quello di “avere a portata di sguardo una bella immagine di Gesù: il volto dell’Amico, il volto del Signore. Che in casa ciascuno possa stare in silenzio a guardare il volto di Gesù che guarda ciascuno e gli dice parole segrete e propone la sua amicizia”: lasciarci guardare da lui come questo cieco ci può aiutare a dire come lui: “Credo, Signore!” e ci aiuterebbe anche a guardare gli altri come li guarda Gesù.                        
Buon cammino di Quaresima! don Alberto